Da Enza
una risposta alle parole offensive di Don Piero Corsi
Sono veramente troppo, troppo offensive e preoccupanti le parole contro le donne che Don Piero Corsi, parroco di Lerici, vicino La Spezia ha scritto su un volantino fatto affiggere sulla sua chiesa prima di Natale. In sintesi ha scritto e pensa che se esiste il femminicidio, se tante donne vengono uccise da maschi (ex nella maggior parte dei casi o comunque conoscenti) ebbene è tutta colpa delle donne!
Ma in tante a Lerici hanno reagito tempestivamente, sia con lo sciopero della messa di Natale, che organizzando un sit-in in minigonna per domani.
Giustamente “Non è solo un problema di forma o di dignità lesa – ha dichiarato Moscatelli di Telefona Rosa – ma è una vera e propria istigazione a un comportamento violento nei confronti delle donne perché si offre una inaudita motivazione ad atti criminali contro di esse”.
Lo stesso prete tra l'altro è già stato protagonista in passato di altre dichiarazioni offensive di tipo razziste e anti-islam. Se un pubblico ufficiale della Chiesa arriva a tanta prepotenza e malvagità senza per niente preoccuparsi delle conseguenze delle sue dichiarazioni, vuol dire che viviamo in un contesto per cui tutto può essere lecito: da uccidere le donne a istigare a farlo o offenderle. E soprattutto in cosa si differenziano le sue parole dalle logiche mortifere per cui tante donne vengono lasciate sole di fronte alle violenze di tanti maschi o dopo una denuncia, o per cui si assolvono tanti stupratori?.
E se si continua (come la stessa Moscatelli fa) a mettere al primo posto la richiesta a Monti o alla politica di prendere posizione o di difendere le donne, si delegherà ad altri e soprattutto a chi intrisi in modo diverso di quella logica.
Invece, insistiamo, partiamo da noi, dal comprendere che veramente dipende da noi donne, dal protagonismo di ognuna e assieme, nei nostri diversi ambiti, non solo cercare di fermare tutte queste prepotenze e barbarie, ma cercare di affermare altro.
Affermando e rafforzando valori solidali, di cura una dell'altra, di libertà di scelte e di relazioni benefiche.
L'appello su cui alcune di noi si stanno facendo carico in diverse città, ha un titolo:
“Libertà,dignità,rispetto: dipende da noi donne”,
che abbiamo bisogno di continuare ad interpretare e vivere quotidianamente,
assieme e con sempre più altre donne.
Prendendo sì maggior consapevolezza della complessità e del preoccupante contesto in cui stiamo vivendo e agendo ma anche dell'iniziale strada benefica che stiamo sperimentando e percorrendo assieme in questa ricerca, incluso nel fare più nostra la consapevolezza della forza benefica propria del nostro genere, così fondamentale per noi e tutta l'umanità.
E speriamo che nel nuovo anno questa consapevolezza cresca insieme a tanti altri nostri sogni.