mercoledì 10 settembre 2014

Comunicato del Coordinamento DDD


Le ragioni per schierarci con le donne in Iraq
contro il nuovo nazismo del “Califfo” nero

Quanto sta accadendo in questi giorni in Iraq ci mette alla prova. Possiamo rimanere inerti e indifferenti di fronte alla spaventosa marcia distruttiva del cosiddetto ISIS che ha già causato migliaia di morti e costretto alla fuga disperata centinaia di migliaia di persone. O viceversa possiamo provare a conoscere e sentire nostra la tragedia e la volontà di difesa delle genti irachene: ci riguarda.
Le condizioni di tutta l’umanità peggioreranno se avanza la logica di sterminio  propugnata dal sedicente Stato “islamico”, un mostro reazionario neonazista che concentra la violenza patriarcale e che punta a schiacciare chiunque non si sottometta al suo esercito, indipendentemente dall’etnia e dal credo.
Il richiamo religioso è una menzogna strumentale perché l’ISIS sta colpendo anche chi è credente musulmano. Una bugia sfruttata quotidianamente dalla vergognosa campagna ideologica dell’Occidente razzista che semina odio contro i e le credenti nell’Islam, mettendo sullo stesso piano i massacratori con le vittime.

Come donne siamo doppiamente chiamate in causa. Non a caso l’aggressione senza precedenti di cui sono vittime le genti in Iraq è particolarmente brutale nei confronti del nostro genere. I soldati dell’ISIS rapiscono e ingabbiano, schiavizzano e torturano, stuprano e uccidono centinaia e centinaia di nostre sorelle; prendono in ostaggio le bimbe ed i bimbi. Per schiacciare la vita si accaniscono con chi la genera e se ne prende cura anche nelle situazioni più disperate. Tentano di annichilire innanzitutto il genere femminile e i più piccoli per sottomettere la popolazione che vuole sopravvivere e vivere.
Lo stupro come arma di guerra, impugnata dai poteri oppressivi e patriarcali di ogni sorta (inclusi quelli democratici) impegnati nelle guerre contro l’umanità, nelle mani dell’ISIS acquista ancora maggiore ferocia.
Tanto più urge reagire e schierarsi in sostegno di chi lo sta facendo, sfuggendo ai propri aguzzini o combattendoli con coraggio.

Diamo ascolto alle voci e alle speranze delle donne in Iraq. Ci dicono che ci riguarda.
Schieriamoci, non acriticamente, con le genti che resistono e con le donne e gli uomini combattenti peshmerga curdi che fronteggiano l’ISIS perché si fermi l’eccidio. Esprimiamo la nostra solidarietà alle sorelle musulmane danneggiate da questo mostro patriarcale e dalla campagna razzista.
Sentiamolo il coraggio delle madri che resistono e operano affinché, nonostante tutto, la vita continui. In Iraq come in altre guerre: a Gaza nella guerra d’Israele contro i palestinesi, in Siria dove imperversa la controrivoluzione di Assad e delle bande terroriste.
Difendiamo la dignità e la vita di donne e uomini, bimbe e bimbi, delle genti in Iraq. È in gioco la nostra dignità, l’integrità e la libertà benefica di tutte le donne, la nostra umanità.

Come coordinamento Dipende Da noi Donne condividiamo la presa di posizione de La Comune umanista socialista del 17 agosto scorso (www.lacomuneonline.it; La Comune quindicinale n. 238) e accogliamo l’invito in essa rivolto a partecipare alle iniziative promosse.


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